I morti ammazzati innocenti sono l’elemento più inaccettabile di tutte le stragi, ma a ruota seguono le dichiarazioni scontate e futili dei politicastri di turno. Quelle che in un nanosecondo strumentalizzano anche la morte, che incasellano fatti e persone negli schemini preconfezionati acquistati con il 2 x 3 alla fiera dello scontato, che debbono far sempre tornare i conti.
Il copione è uno solo. A Orlando Omar Mateen non aveva ancora finito di consumare la sua scellerata mattanza che dal pulpito Barack Obama aveva già cominciato a predicare. Tutta colpa delle armi, della facilità con cui negli Stati Uniti si comperano nel negozietto sotto casa, delle lobby che frustrano ogni tentativo della “bella politica” di ridurne la diffusione. Asinate. Tanto più intollerabili quanto più speculano con bassezza sulla vita dei morti ammazzati. E gli americani lo sanno benone. Tanto è vero che la prima cosa che gli americani hanno fatto dopo la strage di Orlando è stata quella d’infilare scarpe e giacchettino per scendere all’angolo a comperarsi pistola, fucile e munizioni. Gente normale, padri di famiglia, risparmiatori impauriti, mica mostri assetati di sangue. Tutte persone che non sprecano un secondo del loro tempo prezioso per dare retta a quelli che ragliano la solita lagna in tivù e i sui giornali.
Dopo Orlando, dopo ogni strage, la vendita di armi ai privati onesti s’impenna. Dopo Orlando le azioni delle principali aziende produttrici di armi leggere sono balzate in avanti. All’indomani del massacro del Pulse, il 13 giugno le azioni di Smith & Wesson e di Sturm, Ruger & Co. sono salite rispettivamente dell’11,6% e del 9,6%. Come riferisce l’informatissimo Analisi Difesa diretto dall’esperto Gianandrea Gaiani, peraltro citando fonti ANSA, «in tutti gli ultimi 5 anni le azioni delle due aziende hanno superato l’indice medio S&P 500, salito del 61%: le azioni di Smith & Wesson sono cresciute del 600%, mentre il rendimento di Sturm, Ruger & Co. è stato del 200%».
Ogni volta che c’è una strage, insomma, gli americani si armano, e ogni volta che il presidente Obama o chi per lui intona il solito ritornello sulla necessità di limitarne vendita e uso gli americani si armano di più: «a marzo», ha reso noto la Smith & Wesson, «la divisione che vende armi da fuoco ha aumentato le entrate del 56,4%, nello stesso periodo l’incremento degli introiti per la Sturm, Ruger & Co. è stato del 26%».
Esistono cioè due Americhe. Una è quella che recita se stessa e parla al vento ripetendo le solite quattro formulette di rito, l’altra quella che si lega il cinturone in vita ed esce disinvoltamente di casa. La prima sembra importante, anzi l’unica, perché va in onda tutte le sere e riempie lenzuolate sui giornali, veste bene e parla dal podio, ma è come i set dei film di serie B fatti di case di cartone. La seconda è quella delle persone in carne e ossa che a Barack Obama e a Giovanna Botteri fanno il pernacchio.
Marco Respinti
Versione completa e originale dell’articolo pubblicato con il medesimo titolo
in l’intraprendente. Giornale d’opinione dal Nord,
Milano 18-06-2016
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