Non c’è proprio nulla da ridere, ma dopo la strage del 14 luglio a Nizza qualcuno chiederà la messa al bando dei tir? Ovviamente no, ma sarebbe la stessa logica con cui i pusillanimi pretendono la messa al bando della armi ogni qualvolta un folle o un terrorista fa scempio d’innocenti negli Stati Uniti. E lo hanno fatto anche oggi i giornaloni, da Repubblica al Corriere, interrogandosi sul problema del troppo facile accesso alle armi negli Stati Uniti, che favorirebbe episodi drammatici come quello di ieri a Baton Rouge in cui un cecchino afroamericano ha seccato tre poliziotti nell’esercizio del loro dovere. Ma chiedere di impedire la vendita di armi, dopo eventi come questo, è una stupidata appunto come chiedere l’embargo sui tir.
Perché i tir non andranno fuorilegge? Perché servono a uno scopo buono, anche se un fanatico ne ha trasformato uno in un mezzo assassino. Lo stesso vale per le armi: servono a uno scopo buono anche se certi fanatici ne fanno strumenti di orrore. Lo scopo principale dei tir è trasportare merci, e lo scopo principale delle armi è difendersi impedendo il crimine. Esattamente questo afferma il 76% dei responsabili delle forze dell’ordine degli Stati Uniti nel 28esimo Sondaggio annuale Associazione nazionale dei capi di polizia (NACOP), una no-profit nata nel 1967 in Florida a scopo solidaristico e caritativo.
Domanda secca: «I cittadini rispettosi della gente e con i requisiti in regola possono aiutare le forze dell’ordine a ridurre le attività criminali violente?». Sono meno di 1 su 5 i capi di polizia americani (non dei pincopallini) che rispondono no. Come si aiuta dunque la polizia a ridurre le attività criminali violente da cittadini rispettosi della gente e con i requisiti in regola? Impugnando alla bisogna un’arma da fuoco e cercando d’impedire ai malintenzionati di portare a termini i propri intenti delittuosi nel momento stesso in cui i cattivi stanno per agire e la polizia è ancora lontana. L’87.9% dei capi di polizia, infatti, cioè ancora di più di quanti hanno già risposto “sì” alla prima domanda, afferma che «qualsiasi cittadino che abbia superato controlli accurati» deve «poter comperare un’arma da fuoco per sport o per autodifesa».
Mi trovo in Piemonte davanti a una tavola imbandita assieme a William, insegnante newyorkese di matematica alle medie in vacanza in Italia, libero portatore di armi. Si parla ovviamente di Nizza, di Secondo emendamento, di armi. I paradossi illustrano bene la verità. Il signore John Smith, inventa William, olia per benino la sua mitragliatrice pesante Browning M2 made in USA, la sistema accuratamente sul suo trepiede, la copre con il suo telo, abbassa le serrande, chiude acqua, luce, gas e se ne va in vacanza al mare per un mese. Quante vittime fa la sua “Grande Berta” in quel mese? Zero. Non sono le armi che uccidono, ma gli uomini che le imbracciano. Abolire gli uomini non si può e abolire le armi serve solo a fare il contrario di quel che la stragrande maggioranza dei capi di polizia degli Stati Uniti afferma nel 28esimo Sondaggio annuale del NACOP: aiutare i criminali a compiere eccidi. Visto che per definizione i criminali sono gente che non rispetta le leggi, varare una ennesima legge che si applicherebbe soltanto ai cittadini rispettosi di essa ma non ai criminali è perfettamente inutile, e meramente propagandistico. E per i malviventi e i terroristi suonerebbe come un invito a nozze: “Ehilà, da questa parte. In questa casa, in questo locale, in questa strada siamo tutti disarmati e le polizia è lontana”. L’orrore di Nizza è esattamente come l’apologo surreale di William. Sono gli uomini che uccidono, non le armi, non i tir: gli uomini che guidano i tir o che impugnano le armi. Bisogna fermare loro, non i tir, anche con le armi.
Marco Respinti
Versione completa e originale dell’articolo pubblicato con il titolo
Più armi meno criminali. Lo dicono i numeri
in l’intraprendente. Giornale d’opinione dal Nord,
Milano 18-07-2016
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