Fidel Castro è come Sergio Marchionne, persino come Silvio Berlusconi. Loro hanno lanciato la moda della politica (industriale o politicante) fatta con il maglioncino, Fidel quella del riposo del rivoluzionario in tuta da ginnastica. La differenza tra i due capitalisti italiani e il comunista cubano però c’è, e salta all’occhio. I due capitalisti indossano panni anonimi, il comunista preferisce invece il capo firmato. Adidas. Del resto anche “Che” Guevara amava le griffe, e ai bei tempi della motocicletta che hanno stregato Gianni Minà e Robert Redford vestiva rigorosamente solo giubbotti di marca, per l’esattezza Belstaff.
Nulla di male, per carità. Solo che noi eravamo rimasti alle masse diseredate e alla teologia della liberazione, all’opzione preferenziale per i poveri e all’annullamento del debito estero, al no logo e ai norteamericanos sfruttatori, alla lotta di classe e sì, insomma, al sano, vecchio comunismo. Alla revolución doc della proprietà privata che è un furto, il capitalismo solo di rapina, la concorrenza una malattia venerea, le multinazionali una pestilenza e la colpa sempre e comunque degli yankee. Eravamo fermi al kaki barricadero di Fidel e al look trasandato del “Che”, al sigaro mescolato al sudore e alle gavette a pugno chiuso sulla sierra, a Guantanamera stonata e Hasta la victoria siempre, alla doccia una tantum e il bidè pure, ai capelli che «ospitano le pulci» (come cantava Hair, la title-track dell’omonimo musical/film già bibbia dei figli dei fiori) e le barbacce anche. Roba bella e garantita da “Mi piace la puzza del socialismo al mattino”, la collettivizzazione e il Macondo, la liberazione e i centri sociali, «La C.I.A. ci spia e non vuole più andare via», L’amore ai tempi del colera e persino l’orgasmo estremo di “La Cina è vicina”. E invece no, era una patacca, un marchio contraffatto. La rivoluzione non c’è mai stata, il sogno era un incubo e anch’io non mi sento tanto bene. Arrendiamoci all’evidenza. Fidel Castro è solo un travestito.
Marco Respinti
Versione completa e originale
dell’articolo pubblicato con il medesimo titolo
in l’intraprendente. Giornale d’opinione dal Nord,
Milano 21-09-2015
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