Contro la tirannia fiscale esiste la legittima difesa, e la dottrina sociale della Chiesa Cattolica la benedice. Reagendo al discorso di Capodanno del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che ha indicato nell’evasione fiscale il principale problema dell’economia italiana, lo mette nero su bianco il noto sociologo Massimo Introvigne. La stessa idea l’ha messa sempre nero su bianco pure il sottoscritto, redigendo la “voce” Fisco per le 550 e passa pagine del Dizionario elementare di apologetica, pubblicato qualche giorno prima di Natale dall’Istituto di Apologetica di Milano. È l’occasione buona per un piccolo “catechismo” a uso del cittadino esasperato.
Dove l’evasione fiscale pesa di più sul Pil? In Danimarca, Svezia e Norvegia (1,7%), ossia nei Paesi della “socialdemocrazia dalla culla alla bara” in cui le tasse sono altissime. Dove pesa di meno? Negli Stati Uniti (0,5%), in cui la libera intrapresa e la certezza del diritto sono, nonostante tutto, reali, controbilanciando tasse che, per quanto elevate, non sono certo quelle del socialismo scandinavo. E l’Italia? Il peso dell’evasione fiscale è di poco inferiore a quello della Scandinavia socialdemocratica (1,5%). Anche un cieco vedrebbe che maggiore è la pressione fiscale, maggiore è l’evasione.
Qual è la ricetta statalista? L’aumento ulteriore delle tasse, che semplicemente allarga l’evasione, spingendo il sistema in una spirale aberrante. Stante che evadere le tasse è un reato e quindi non si deve fare, qual è l’unica soluzione concreta possibile all’evasione fiscale? Abbassare di botto le tasse.
Lo afferma il Dizionario di dottrina sociale della Chiesa realizzato nel 2005 dal Pontificio Consiglio Giustizia e Pace, lo dice persino la Banca Mondiale, secondo la quale in Italia il carico fiscale complessivo (imposte indirette comprese) è del 65,4%. Anzi di più, perché (ricorda Introvigne) il calcolo vale per i single: «Non siamo abituati a riflettere sul dato reale, ma è tecnicamente spaventoso: se guadagniamo mille euro e siamo sposati e con figli, alla fine ne daremo 680 direttamente o indirettamente al fisco. E se lavoriamo cento giorni, di questi 68 saranno destinati unicamente a soddisfare il fisco e solo 32 a guadagnare per noi e i nostri figli».
Come s’intitola questo film horror? Persecuzione fiscale, secondo la definizione del giornalista economico Mario Salvatorelli (1920-1997), oppure «inferno d’Europa», secondo l’International Business Times.
Al cattolico che si facesse scrupoli va subito ricordato che la legittimità della leva fiscale è una caso specifico della legittimità del governo politico, di cui lo Stato moderno è una forma. Se un determinato governo politico è legittimo, lo è anche il suo potere alla leva fiscale. Il cattolico non è cioè tenuto all’accettazione acritica di qualsiasi governo politico, dunque di qualsiasi leva fiscale. Se un governo politico è illegittimo, o legittimo ma dispotico, sono o diventano – del tutto o in parte – illegittime anche le sue prerogative, tra le quali la leva fiscale. Del resto, anche un governo legittimo non dispotico può imporre una tassazione esagerata o ingiusta. E al governo illegittimo o ingiusto è moralmente legittimo resistere e opporsi, dunque lo è anche resistere e opporsi alle sue prerogative parzialmente o completamente illegittime. Analogamente, è moralmente legittimo resistere e opporsi a prerogative di per sé legittime che però un governo pur legittimo esercita in modo ingiusto e dispotico. Quale parte del cattolicissimo “le tasse al 65,4% sono un furto legalizzato” non capisce il presidente democristiano Sergio Mattarella?
Il consiglio che il succitato Dizionario di dottrina sociale della Chiesa dà ai cittadini tartassati è quello di «contestare le tasse che essi considerano ingiuste». A inizio 2016 è ora che i cittadini vincano l’irrespirabilità dello smog radunandosi pacifici ma tosti in piazza anche se piove-governo-ladro per difendersi legittimamente come tanti Robin Hood, il quale non “rubava ai ricchi per ridistribuire ai poveri” giacché non era comunista, ma, crociato della proprietà privata, ritornava ai derubati il maltolto dallo sceriffo di Nottingham. Con la benedizione di fra’ Tuck.
Marco Respinti
Versione completa e originale
dell’articolo pubblicato con il medesimo titolo
in l’intraprendente. Giornale d’opinione dal Nord,
Milano 6-01-2016
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