Sentenza storica della Corte suprema federale degli Stati Uniti d’America. Da ieri i pasticceri possono rifiutare le torte per i “matrimoni” omosessuali. E, notizia dentro la notizia, il verdetto è stato raggiunto con sette voti favorevoli e due contrari, cioè ben oltre il tradizionale schieramento conservatori contro liberal. Due dei quattro giudici liberal del supremo tribunale americano, Stephen Breyer ed Elena Kagan, si sono infatti schierati con i quattro conservatori, e così ha fatto pure l’“indipendente” Anthony Kennedy (peraltro forse prossimo al ritiro), autore del parere di maggioranza, che spessissimo si allinea ai liberal.
Il caso su cui la Corte Suprema si è pronunciata è quello, annoso, di Jack Phillips ‒ «pasticcere esperto e cristiano devoto», recita la sentenza di ieri ‒, titolare della Masterpiece Cakeshop di Lakewood, in Colorado. Nel 2012 rifiutò una torta a due gay, David Mullins e Charlie Craig, prossimi alle “nozze”, ritenendo la cosa lesiva della morale che deriva dalla sua fede. Il Colorado è però uno dei 21 Stati nordamericani in cui vigono leggi a tutela degli omosessuali e così la locale Commissione per i diritti civili scatenò il putiferio, trascinando Phillips in tribunale fino alla massima assise. Ma più forte della legge contro la discriminazione (vera o presunta) dei gay è, negli Stati Uniti, la legge per la difesa della libertà religiosa, protetta dal Primo Emendamento alla Costituzione federale anche nelle sue manifestazioni pubbliche, la legge che rende inviolabile la coscienza. Proprio in base a ciò, Kennedy (e i suoi due collegi liberal), il giudice Kennedy che appunto non è certo un campione di conservatorismo, ha trovato inoppugnabili i fatti e dato torto alla Commissione per i diritti civili, tanto da parlare apertamente di «ostilità» nei confronti del pasticcere. Certo, il “timido” Kennedy ha messo le mani avanti, aggiungendo che altre vicende analoghe dovranno essere valutate caso per caso in base alle circostanze specifiche, al contesto e alla logica della tolleranza, ma intanto, dopo sei anni, la giustizia ha stabilito che nulla può negare a Phillips il primo diritto politico che spetta a tutti i cittadini americani: quello di credere, obiettando a richieste giudicate in coscienza irricevibili.
Del resto, il 6 febbraio, il giudice David R. Lampe della Corte superiore della contea di Kern, in California, ha emesso una sentenza analoga in favore di Cathy Miller, titolare della pasticceria Tastries Bakery di Bakersfield.
Marco Respinti
ersione originale e completa dell’articolo pubblicato con il medesimo titolo
in Libero [Libero quotidiano], anno LIII, n. 153, Milano 5-06-2018, p. 19.
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