Da oggi è in vigore il nuovo decreto del ministero della Salute che dichiara guerra al fumo a suon d’immagini shock sui pacchetti. E ‒ non ridete ‒ di multe per chi getta i mozziconi per terra (vien da ridere perché pagare lo stipendio ai vigili per fermare la maleducazione è proprio da basso impero). Uno, cioè, si compera un pacchetto di “bionde”, un antico toscano o un onesto black cavendish da pipa e tra le mani si ritrova foto grevi di ostruzioni cardiache, di malformazioni fetali e altre amenità.
Lo Stato, infatti, è convinto che il fumo faccia malissimo. Lo Stato è persuaso che il fumo sia un vizio. Che quindi sia cosa da non praticare. Che faccia male solo il pensiero. Che quindi occorra porre rimedio. Sconsigliare, intimidire, terrorizzare. Dice lo Stato che uno in Italia è liberissimo di fare quel che vuole con il fumo; uno è libero di comperare, fumare e ammazzarsi, epperò lo deve sapere che così si ammazza. E siccome, presume lo Stato, di ammazzarsi con il fumo il tabagista italiano non lo sa, allora bisogna dirglielo, sturargli le orecchie, mettergli paura. Così poi se continua a farsi del male sono solo affari suoi. Mica che poi succeda, ragiona lo Stato, come per le famose quattro banche regionali fallite, che l’investitore non sapeva ed è finito nel sacco, che poi c’è sempre il furbetto che t’intenta la concione su certi conflitti d’interessi. Per carità, esclama lo Stato: in tabaccheria gl’italiani facciano come vogliono, ma noi abbiamo il dovere di dirglielo ai fumatori che il fumo fa male. Anche con un tweet.
È vero: terrorizzare i cittadini sul fumo rientra perfettamente nei compito dello Stato etico. Tweet. Quello Stato, tweet, che con una bella immagine spiaccicata sui pacchetti si lava le mani del seguito per poter continuare a vendere e a lucrare, unico in tutto il Paese, proprio sul fumo. Sì, perché lo Stato etico italiano che ti sbatte la morte sul pacchetto è anche l’unico monopolista autorizzato a venderla quella morte lì. E a caro prezzo, viste le tasse di cui sono gravati i tabacchi.
Lo Stato etico italiano ti dice che il fumo uccide ed è l’unico che quella morte può vendertela. È l’unico a poterti vendere anche gli alcolici, che evidentemente non fanno meno male, ma sul mio syrah di riferimento e sul torbato dei miei sogni quelli fotacce non ce le mette. Ve lo immaginate, infatti, un pranzo ufficiale con Angela Merkel o Barack Obama in cui il maître di sala ordinasse di mescere vino da una bottiglia che da una parte ostenta una etichetta da tutela del “made in Italy” nel mondo e dall’altra spiattella foto mediche da paura in faccia al convitato di lusso?
Lo Stato etico italiano ti dice che il fumo uccide ed è l’unico che quella morte può vendertela. E a multarti se butti per terra i mozziconi. E pure se ti fai vedere a fumare nella tua macchina con dei minori oppure con la pancia gravida, perché lo Stato etico italiano pensa che il buon senso s’inculchi a suon di ammende ma soprattutto che i minori e i non-nati vadano tutelati solo dalle “bionde”. Oggi arrivano i primi voti in aula sul ddl Cirinnà, che sui minori apre a un mucchio di cose, e lo Stato etico italiano si fa Stato moralista impiegando armi di distrazione di massa.
Marco Respinti
Versione completa e originale
dell’articolo pubblicato con il medesimo titolo
in l’intraprendente. Giornale d’opinione dal Nord,
Milano 02-02-2016
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