L’11 dicembre, di fronte al “tradimento” ‒ culturale ‒ consumato da Barack Obama ai danni del suo Paese, il governatore della Louisiana Bobby Jindal ha emesso un comunicato stampa che andrebbe inserito subito nei libri di storia. Di modo che poi, quando i polveroni saranno tornati ad abbassarsi, non cali greve la notte in cui tutte le vacche sono nere e così sembri che George W. Bush sia stato un lone wolf sanguinario.
«È chiaro», ha detto il governatore Jindal puntando il dito contro il rapporto che accusa la CIA di ogni nefandezza in nome della guerra al terrorismo, «che i Democratici abbiano scritto e reso pubblico questo rapporto nel tentativo di attaccare per l’ennesima volta il presidente Bush. Io rimango molto orgoglioso di avere lavorato per lui, e orgoglioso del fatto che dopo l’Undici Settembre abbia tenuto gli Stati Uniti al sicuro. Il succitato rapporto è infatti a senso unico e di parte. La Sinistra odia l’ex presidente, l’ha sempre odiato e ora, 6 sei anni dopo la fine del suo mandato, sta ancora facendo campagna elettorale contro di lui. La verità innegabile di questa faccenda è che dopo l’Undici Settembre il presidente Bush ha tenuto gli Stati Uniti al sicuro dai terroristi che volevano ucciderci. Il fatto è semplicemente questo. Il presidente Bush è una brava persona e io sono onorato di avere servito nella sua Amministrazione».
Ai tempi di Bush, Jindal è stato primo consigliere del ministro federale della Salute. Nel 2007 è diventato il più giovane governatore della Louisiana. È un gran conservatore. È cattolico. E qualcuno ripete che già studia da presidente federale.
Marco Respinti
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