Dice che le scuole pubbliche non statali (che maldestramente continuano a chiamare “private” anche molti loro sostenitori, facendo così il gioco dei detrattori) sono le scuole dei ricchi. Bella scoperta. Gli altri infatti non possono permettersele, e la colpa è tutta e solo dello Stato che discrimina pesantemente fra i cittadini negando loro una libertà fondamentale, quella di educazione.
Mentre la scuola statale campa delle tasse obbligatoriamente imposte anche a chi non ne fa uso, dei buchi di bilancio e della spesa allegra, la scuola non-statale la pagano tutta le famiglie. Mentre la scuola non statale prende soldi anche se non funziona, fa danni e cade a pezzi, la scuola non-statale combatte quotidianamente sul mercato. Mentre la scuola statale è grosso modo un parcheggio, la scuola non-statale si suda giorno per giorno i propri meriti. Mentre la scuola non-statale deve giocare ogni minuto sul filo di un fuorigioco inesistente, nella squadra bolsa della scuola statale gioca in attacco anche l’arbitro, falloso, che morsica.
Dice che la scuola non statale è in crisi. Bella scoperta. Costi enormi per le famiglie solo per le rette, più aggiungici i libri, il servizio ristorazione, l’abbigliamento sportivo, i corsi extra, magari qualche ricupero, i materiali vari che durante l’anno ci devi sempre aggiungere e così le classi sono sempre più risicate. Le famiglie che scelgono le non-statali sono poche. Rettifico: le famiglie che possono permettersi di scegliere le non-statali sono in via di estinzione. Anche armati delle migliori intenzioni, molti genitori non riescono affatto a permettersene il lusso. Sì, il lusso. Siamo così malmessi, infatti, che esercitare la libertà di educazione in Italia è diventato un lusso. In barba alla Costituzione e a tutti i bla-bla, la libertà delle famiglie non è reale. Molte, troppe famiglie sono costrette alla scuola statale per il volgarissimo motivo che costa meno. Uno può fare tutti i bei discorsi che vuole, può gridare indignato al marcio della scuola pubblica, ma se poi non ha più di che sfamare i figli cosa può fare? Si rassegna, china la testa e i figli li intruppa in uno dei carrozzoni dello Stato.
Dice infine che se le scuole non statali chiudessero tutte di botto oggi lo Stato dovrebbero affrontare domani mattina una spesa imprevista di – udite, udite − 6 miliardi di euro. Bella scoperta. Allo Stato un alunno di scuola statale costa infatti 6.800 euro l’anno laddove un alunno di scuola non statale paritaria allo Stato costa appena 460 euro. Moltiplicate per il milione e 34mila studenti che frequentano i 13.800 istituti non statali italiani e otterrete il calcolo presentato oggi dal ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, al convegno Scuole pubbliche o solo statali? Il pluralismo dell’offerta. Francia, Olanda, Inghilterra, Usa e il caso Italia, organizzato dall’Associazione Treellle alla LUISS di Roma.
Fateli bene quei calcoli e vi renderete conto di due cose: primo che sono gli ultimi eroi che in Italia fruiscono delle scuole non-statali a finanziare lo Stato; secondo che quegli ultimi eroi sono quelli che permettono a tutti gli altri di andare a scuola gratis.
Marco Respinti
Pubblicato con il titolo Ode alla scuola privata che ci fa risparmiare sei miliardi
in l’intraprendente. Giornale d’opinione dal Nord, Milano 26-06-2014
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.